Torna alla Home Page

Una cura per l'ansia

Ida Ruth Barrons Roosevelt
International Trading Consultant
http://www.ruthroosevelt.com/


"La speranza non è una strategia: è semplicemente un'emozione"
disse il generale William Nash, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito in pensione. Stava parlando della guerra in Kosovo. Ho riso e pensato al trading. Mi sono ricordata dei periodi in cui la speranza era appunto l'unica strategia che avevo.

Qualcuno potrebbe ripetere la stessa cosa grosso modo per qualsiasi emozione nel trading. L’avidità non è una strategia: è una semplice emozione. La paura non è una strategia: è una semplice emozione. A volte, purtroppo, paura, avidità, speranza, risolutezza possono diventare la strategia di base dei traders. Il trading viene ad essere dettato dall’emozione piuttosto che da una metodo coerente per entrare ed uscire dal mercato. Le semplici emozioni non sono una strategia efficace. Il Capo di Stato Maggiore aveva ragione. Una strategia costruita sulle emozioni sarà contraddittoria nel migliore dei casi, e disastrosa nel peggiore.

Un'emozione è una risposta ad un pensiero che si esprime nel corpo. Questa è la ragione per cui li chiamiamo sentimenti. Sentiamo l'emozione nel corpo. Le emozioni sono la risposta del corpo ad un pensiero. Un'emozione risponde ad un pensiero e subito quell'emozione determina altri pensieri così come azioni che, a loro volta, generano molteplici emozioni avvertite nel corpo. Sviluppiamo un ciclo interattivo fra pensiero, sentimento ed azione.

La maggior parte dei traders dice che non vorrebbe avvertire alcun'emozione. Essi desidererebbero rispondere come un computer, una macchina. I traders senonchè non sono macchine isolate, disgiunte da un corpo sensibile. Sono esseri umani con la possibilità di sentire. Mente e corpo interagiscono. Sono collegati.

Se desiderate rispondere come un computer, potete mettere a punto il vostro trading in modo da renderlo completamente automatizzato. Potete persino fare in modo che il computer immetta gli ordini in automatico. Ciò vi cancella (estranea) completamente dal ciclo. Nessun danno fin qui, ma non dovreste subire stimolazioni con riferimento ai modelli visivi (grafici) o agli eventi correnti. Il mio esperto di computer dice che i calcolatori sono semplicemente una combinazione di interruttori on-off e, per cominciare, non hanno il potere di una mente umana. Probabilmente no. Tuttavia, se la mente umana è in conflitto emotivo in modo disperato, il computer è una buona idea. La mia ipotesi, ciò nonostante, è che se una persona è coinvolta emotivamente, non sarà capace di lasciare il computer da solo a fare il lavoro senza alcun suo intervento.

Poiché la maggior parte di noi è intimamente partecipe al processo di trading e poiché mente e corpo interagiscono, è essenziale per noi, come traders, riconoscere le emozioni che proviamo e sostituirle con quelle modalità che ci consentiranno ancora di percepire con precisione le informazioni che il mercato ci sta fornendo. Bisogna comportarsi in modo corretto, cioè basato sull’unione delle informazioni esterne con il nostro programma o strategia di trading. Una strategia vincente con continuità non può essere costruita su un’emozione perché la nostra capacità di sentire così come i nostri comportamenti saranno sviati. La speranza ci spinge a dare un significato eccessivo a ciascun piccolo movimento in salita o discesa. La paura ci impedisce di vedere la direzione o tendenza generale del mercato.

Le semplici emozioni positive potrebbero spingerci ad un’operatività in eccesso oppure a non farci prendere precauzioni contro il rischio. Le sole emozioni negative potrebbero indurci ad esitare o persino bloccarci del tutto.

Se le emozioni sono umane ed inevitabili, come affrontarle? In primo luogo riconosciamo un'emozione per quel che è. Riconosciamo che stiamo sentendo qualcosa e prestiamo attenzione proprio a quel qualcosa che stiamo provando. Ogni emozione, positiva o negativa che sia, ci sta inviando un messaggio. Il messaggio contiene importanti informazioni.

In questo articolo metterò a fuoco quello stato d’animo che chiamiamo ansia. L'ansia è un'emozione orientata verso il futuro. A questo proposito riflettiamo. Non diventiamo ansiosi per gli eventi che ci sono già accaduti. Supponiamo di esser stati in ansia per un evento e che ora questo si è concluso. Non avvertiamo più l'ansia. Possiamo sentire sollievo, rimorso, delusione, dispiacere o qualsiasi altra emozione orientata al passato. Non ansia. L'ansia si rivolge verso ciò che deve ancora accadere.

L'ansia ci sta comunicando che c’è qualcosa nel nostro futuro per cui dobbiamo prepararci. Questo è un messaggio vitale. Se stiamo in ansia per qualcosa, chiediamoci: "Cosa possiamo fare per prepararci a questo evento?" Se siamo ansiosi circa il nostro trading, chiediamoci: "Cos’altro dobbiamo fare prima di poterci fidare del nostro trading?" Ciò potrebbe richiedere ricerche, verifiche o un processo di crescita personale. L’importante è farsi trovare pronti.

Se, dopo che ci siamo preparati, avvertiamo di essere ancora ansiosi, possiamo utilizzare la seguente tecnica per mettere a tacere l’ansia definitivamente. È molto, molto semplice. Dunque facciamo andare la nostra immaginazione agli istanti seguenti la fine dell’evento che ha dato origine all'ansia. Proiettiamo i nostri pensieri su una conclusione positiva dell'evento. L'ansia si dissolverà. Come per magia.

Se abbiamo preso i dovuti accorgimenti e l’ansia dovesse persistere l'unico motivo per cui ciò potrebbe verificarsi è che stiamo immaginando una conclusione infruttuosa dell'evento. E’ quanto mi è accaduto nel caso di un cantante professionista che venne da me per risolvere un problema. Egli stonava le note alte esibendosi come solista in chiesa. Gli chiesi a che cosa pensava negli attimi immediatamente precedenti le sue prestazioni. "Bene," mi disse, "m’immagino di stonare il re bemolle ed in seguito che nessuno mi considererà più poiché dispiaciuto per l’accaduto". Naturalmente, non poteva non stonare il re bemolle! Si era dato intensi suggerimenti per fallire: aveva immaginato una conclusione senza successo dell'evento.

La stessa cosa accade con il trader che non riesce a “premere il grilletto”. Egli si sta immaginando in tutti i modi che l’operazione potrebbe avere un cattivo esito. E sappiamo che quando l'immaginazione e la forza di volontà entrano in conflitto, l'immaginazione vince sempre. Se quegli sta immaginando la perdita, non effettuerà alcuna operazione. “Né i cavalli nè gli uomini di tutti i re” potranno convincerlo ad assumere la posizione. Egli sta materializzando la perdita nella sua mente intensamente. Di più, sta cercando un motivo - ed esistono sempre dei motivi - per non entrare in posizione, perché non desidera avvertire il fastidio di trovarsi in quella operazione, prevedendone la perdita, o provare realmente il dolore di perdere.

Ho suggerito ad un cliente che stava incontrando difficoltà nel mettere in pratica i segnali che credeva avrebbero potuto avere un risultato positivo di entrare immediatamente in posizione non appena avesse ricevuto il segnale. "Si immagini esattamente l’operazione che va nella direzione auspicata" dissi. Quegli rispose, "Oh, Ruth, allora proverò un gran dispiacere quando realizzerò realmente la perdita!" "Bene" replicai "è un suo preciso desiderio stare male sia prima che dopo l’operazione?"

La delusione, o il suo timore, impedisce a molte persone di credere nel successo. Il problema qui è che dobbiamo anticipare, appunto “vedere prima” il successo, per riuscire. Provate ad immaginare: che cosa accadrebbe se un atleta professionista pensasse di fallire? E’ certo che un tal pensiero non attraversa mai la mente di un atleta veramente bravo. Un atleta in grado di eccellere prepara le sue prestazioni più perfette, prevedendole mentalmente in ogni particolare e, dunque, anticipandone con il pensiero anche il successo.

Nel suo nuovo libro “Il trading ragionato” Mark Douglas indica chiaramente ed in modo convincente tre capacità essenziali che devono essere presenti in un trader di successo. Un trader deve saper di accettare la perdita. Deve essere in grado di sostenere la totale incertezza dei risultati della successiva operazione (o di qualsiasi altra). Deve riuscire a pensare in termini di probabilità, di possibilità in generale.

Ora sappiamo che il mio suggerimento di immaginare la conclusione vincente di un’operazione sembra “far spiccare il volo” a queste verità. I traders di successo accettano e mettono nel conto fin dall’inizio le perdite. Esse sono endemiche nel trading. Le perdite sono un semplice costo del “realizzare affari” così come, fare una lista delle spese necessarie, è un costo accettato da un commerciante. Un commerciante non afferma con toni lamentosi: "Oh caro, spero che non debba fare nessuna lista delle spese per questa stagione". Naturalmente non va così. Né alcun trader di successo si siede e piagnucola: "Oh, spero che non abbia perdite in questo trimestre! Oh, spero che questa operazione non si risolva in una perdita!" Il trader che guadagna in modo costante accetta nel profondo del suo cuore, nel profondo della sua “carne”, che i risultati positivi saranno diluiti dalle perdite inevitabili. Va così! Inoltre anticipa il suo prossimo successo perché si è dato da fare per indirizzare le probabilità a proprio favore. Egli sa vedere lontano.

Poiché non sappiamo mai precedentemente quale potrà essere il risultato di una specifica operazione, poiché la conclusione positiva di ogni posizione assunta, presa come elemento a sé stante, non è determinabile a priori, ma è soltanto una probabilità all’interno di una serie, forse è meglio non prefigurarsi il successo e concentrarsi sulla riuscita di un’operazione singola. È meglio mantenere la mente aperta all'incertezza di ogni risultato. Ricordiamoci che il nostro lavoro non è sapere se quella singola operazione sarà vincente o perdente. Il nostro lavoro è migliorare le probabilità di successo del nostro metodo e metterlo in pratica.

Così, a meno che ci troviamo realmente nei guai, non essendo capaci di entrare in una determinata posizione, non concentriamoci sulla riuscita di una singola operazione, ma piuttosto proiettiamoci nel futuro ed indirizziamo i nostri pensieri alla conclusione positiva delle operazioni di un giorno, di una settimana, di un mese o di un anno.

Tutto è come noi lo facciamo. Immagino il mio tempo in questa vita come un filo sospeso nello spazio. Potremmo raffigurare questo periodo con una linea. Il passato è dietro di me, il presente è tutt’intorno a me ed il futuro è un percorso ascendente che mi si apre davanti. (Altri possono avere una differente rappresentazione come il passato a sinistra ed il futuro a destra, o in qualsiasi altro modo). Nella mia mente fluttuo sulla mia linea del tempo fino a portarmi al momento immediatamente successivo alla conclusione delle operazioni compiute durante l’anno. Allora ridiscendo giù sulla linea del tempo e con l’immaginazione incontro (prendo coscienza) la conclusione positiva delle operazioni dell’anno. Guardo come gli stessi eventi si rivalutano. Poi mi tiro nuovamente su e galleggio indietro fino al presente e tutta l'ansia che avrei potuto avere è andata semplicemente via. Non saprei come fare in altro modo a preoccuparmi di meno circa l’esito di un’operazione. Essa e’ insignificante nello schema del tempo.

Qui occorre fare una precisazione, tuttavia. Ricordiamo che l'ansia o la paura sono un messaggero a livello emotivo venuto ad avvertirci che nel nostro futuro c’è qualcosa per cui è necessario iniziare a prepararci. Non dobbiamo usare questa tecnica, tuttavia, per evitare di fare quanto è nei nostri doveri. Prima di parlare ad un vasto pubblico, mi proietto nel mio futuro fino al momento che segue la conclusione di un buon discorso. A volte immagino persino una standing ovation. Ciò rimuove tutto il nervosismo che potrei avere. Ma ricordo sempre a me stessa che solo perché non sono spaventata ciò non significa che non mi debba preparare. Studio prima ogni cosa con molto vigore. La preparazione è la chiave di ogni successo e la paura è il nostro segnale di all’erta. Una volta che abbiamo fatto tutto quel che dovevamo, comunque, non abbiamo più alcun motivo di stare ancora in ansia.

----

Per approfondire le problematiche legate alla psicologia del trader, segnalo 3 libri di Ida Ruth Barrons Roosvelt:

"Exceptional Trading: The Mind Game" dicembre 1999, 211 pagine

"12 Habitudes of Highly Successful Traders" giugno 2001, 103 pagine

"Overcoming 7 Deadly Sins of Trading" dicembre 2003, 176 pagine.